Gymnocalycium Horstii Gymnocalycium Kieslingii Gymnocalycium Quehlianum Gymnocalycium Uebelmannianum Hildewintera Aureispina Crestata

Accade spesso che chi si accosta per la prima volta al multiforme e meraviglioso mondo delle piante cactacee (forse più note sotto la  denominazione di “piante grasse”, anche se di “grasso” hanno solo l’aspetto) desideri soddisfare in breve tempo il suo desiderio di possedere esemplari maturi, in grado, cioè, di esprimersi al meglio per quanto riguarda il loro aspetto e la capacità di produrre fiori, i quali – in molte famiglie – riescono a distinguersi per la loro bellezza o la loro stranezza. Al soddisfacimento di un tale desiderio si contrappone, tuttavia, la natura stessa delle piante succulente; esse, infatti, dovendo sopravvivere a periodi più o meno prolungati di aridità, hanno adattato le loro funzioni metaboliche in modo tale da entrare in una sorta di letargo quando cessa la disponibilità dell’umidità necessaria per crescere, fiorire, ecc. Questo ha come conseguenza che, da un punto di vista fisiologico, la velocità con cui crescono e si sviluppano gran parte delle piante grasse  non può mai essere elevata e, dalla nascita al raggiungimento della maturità, può trascorrere un lasso di tempo che, nel caso di specie in grado di raggiungere dimensioni ragguardevoli o che si trovano a vivere in zone dove la stagione umida si limita a poche settimane, comporta anni, se non decenni1. È perciò comprensibile che coloro che per motivi di età o altro non possono o non vogliono attendere (e le cui condizioni economiche lo permettono) si rivolgano al mercato per acquisire gli esemplari maturi che tanto li affascinano. Anche se le piante grasse sono più robuste e resistenti di tante altre, il successo nella loro coltivazione dipende dall’osservanza di alcune regole ben precise, la cui trasgressione – facile per chi non è dotato di esperienza – può provocare delusioni, che saranno tanto più cocenti quanto più l’esemplare è di pregio, vuoi per età, vuoi per bellezza, vuoi per rarità. Bisogna, inoltre, tener presente che, come accade agli umani che, a mano a mano che invecchiano, gradiscono sempre meno gli spostamenti, anche le piante non più in giovane età mal sopportano spostamenti e possono reagire male se muta l’ambiente al quale sono avvezze. Esemplari in giovane età, per contro, essendo assai più plastici, sono molto meno problematici da questo punto di vista, anche perché riescono ad adattarsi in qualche misura al tipo di trattamento che riserva loro chi le coltiva. 

Astrophytum Myriostigma Aylostera Muscula Brasilicactus Graessneri Brasilicactus Haselbergii Chamacereus X Lobivia Copiapoa Hypogeae V. Barquetensis

Echinicereus Chloranthus Echinicereus Knippelianus Echinicereus Reichenbachii Echinocactus Grusonii Echinocereus Scheeri V. Gentryi Echinopsis Subdenudata
Gymnocalycium Baldianum Gymnocalycium Damsii V. Rotondolutum Coryphantha Echinos Ech. Pulchellus V. Amoenus Feroc. Horridus V. Brevispinus Ferocactus Horridus
Leuchtenbergia Principis Lobivia Arachnacantha Lobivia Silvestrii Lophophora Williiamsii Mamm. Carmenae V. Rubrispina Mamm. Gracilis C.V. Arizona Snow

Consigli e regole da seguire

La maggior parte delle piante grasse sono originarie della fascia tropicale e delle fasce subtropicali dei due emisferi terrestri; relativamente poche si trovano nelle fasce temperate e nessuna si spinge nelle zone polari. All’ampia distribuzione orizzontale corrisponde un’altrettanto ampia distribuzione in senso verticale: è possibile, infatti, rinvenire piante grasse dal livello del mare fino a circa 4000 m di quota . È, perciò, di primaria importanza conoscere la zona climatica di origine delle piante che si vogliono coltivare per non commettere errori grossolani. Da quanto detto discendono due conseguenze: la prima, che è indispensabile conoscere il nome della pianta, da dove viene e qual è il clima in habitat; la seconda, che occorre poter rispondere alla domanda: che cosa sono in grado di offrirle in rapporto alle sue esigenze? Ma quali sono queste esigenze? Per avere successo nella coltivazione delle piante grasse  è essenziale riuscire ad assicurare loro condizioni di vita che non si discostino eccessivamente da quelle presenti in habitat, con particolare riguardo all’esposizione (pieno sole, mezz’ombra, ombra), al regime delle annaffiature, all’escursione termica nei diversi periodi dell’anno ed alla struttura, composizione e pH del suolo.

Mammillaria Broomii Mammillaria C.V. Fragilis Mammillaria Elongata Crestata Mammillaria Elongata Mammillaria Grahamii Mammillaria Lasiacantha

Mammillaria Leucantha Mammillaria Longiflora Mammillaria Plumosa Mammillaria Vagaspina C.V. Tuluca Mammillaria Spinosissima C.V. Pico Mammillaria Zeilmanniana V. Precox
Matucana Weberbaueri Monvillea Spegazinii Crestata Neoporteria Nidus Notocactus Buiningii Notocactus Concinnus Notocactus Graessneri

Volume di terriccio a disposizione delle radici – È pratica comune fra chi coltiva le succulente limitare il volume dei recipienti di coltura allo scopo di evitare che una piccola massa di radici abbia a disposizione un grande volume di substrato in quanto, in queste condizioni,il terriccio si asciuga più lentamente ed aumentano i rischi di marciumi. D’altra parte è esperienza di tutti che piante tenute in piena terra vivono e si sviluppano molto meglio di quelle tenute in vaso; pertanto, se vogliamo che le radici abbiano la possibilità di espandersi a loro piacimento (indispensabile per un corretto svolgimento dei processi nutritivi), non dobbiamo lesinare troppo sulla grandezza dei recipienti ma curare invece che il drenaggio del substrato sia perfetto e regolare con molta attenzione la frequenza delle annaffiature (da somministrare unicamente nei periodi in cui le piante si trovano in vegetazione attiva). Prima di annaffiare di nuovo occorre, infatti, attendere sempre che il substrato si asciughi completamente o quasi.

Notocactus Rutilans Notocactus Scopa Albispinus Oroya Peruviana Parodia Chrysacanthion Parodia Comarapana Parodia Hummeliana
Parodia Malyana Rebutia Albiflora Rebutia Krainziana

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